Recensione di “Storia di chi fugge”:
«Elena Ferrante ha scritto romanzi straordinari, lucidi, indubbiamente schietti (…). Aggredisce le smancerie borghesi e il decoro domestico, strappa via la pelle dalla consuetudine (…). L’amica geniale è una storia splendida e delicata di convergenze e colpi di scena».
“Storia di chi fugge e di chi resta” di Elena Ferrante edito da E/O edizioni per la collana Dal Mondo è l’attesissimo e amatissimo seguito dell’Amica Geniale e Storia del nuovo cognome. 400 pagine che riprendono la storia di Elena e Lilia, due amiche la cui storia ha appassionato migliaia di lettori. Ormai donne: Lilia appena separata dal marito con cui si era sposata sedicenne e da cui aveva avuto un figlio, lavora come operaia; Elena ora scrittrice di successo, dopo aver abbandonato il rione ha frequentato la Normale di Pisa, è entrata a far parte di un mondo benestante e colto. Ambedue hanno abbandonato la gabbia che le teneva chiuse in quel mondo di miseria, ignoranza e violenza. Le ritroviamo negli anni settanta, trascinate da un ritmo travolgente, in uno scenario complicato ma anche pieno di speranza, con qualche prospettiva inattesa, sempre unite da un legame forte ma contradittorio. Elena ferrante, dopo averci narrato l’infanzia, l’adolescenza e la fuga dal rione delle due protagoniste, con una scrittura sottile attenta alle sfumature psicologiche e minuziosa nella descrizione deli ambienti le fa scontrare con “la forza delle cose”, in un racconto turbolento e trascinante che rispecchia fedelmente gli anni dal 68 al 74. Il romanzo raccoglie almeno quattro forme diverse di romanzo nel cercare di destreggiarsi tra luoghi, contesti sociali e ambienti diversissimi legati alle vite delle due ragazze: è un romanzo coniugale, romanzo-saggio, industriale, storico, che ci coinvolge negli eventi che segnarono quel tempo, rivolte operaie e studentesche, i primi gruppi femministi, scontri di piazza e il terrorismo nascente
Chi fugge davvero e chi effettivamente resta in questo terzo capitolo della storia di Elena e Lila?
Al centro, sempre loro due o, come a volte si può pensare la stessa donna con due facce: la città d’origine – il rione a Napoli; le città del nord; lavorare o studiare; amare o odiare gli uomini; fare figli oppure no, scelte che ogni donna indistintamente deve affrontare.
La scrittura dell’autrice cattura chi legge, grazie al ritmo incalzante, il lettore non riesce a staccarsi dalla pagina e desidera ardentemente sapere cosa accadrà dopo agli amati personaggi. Ci si accorge solo terminato il libro che la storia non termina li, le due amiche sessantenni le ritroveremo pare in un quarto volume.
E con maestria nel scrivere Elena Ferrante, attraverso di Elena e Lilia ci ricorda quello che già dovremmo sapere: che spesso per conoscere la propria storia, una donna deve cercarla nello sguardo e nelle parole di un’altra.
«I personaggi femminili di Elena Ferrante sono vere e proprie opere d’arte».
El País