Perchè no – Marco Travaglio

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perchè no

Recensione di “Perchè no”:

«Approvate il testo della legge costituzionale concernente ‘disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della Parte II della Costituzione’, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?»

“Perché no- Tutto quello che bisogna sapere sul Referenzum d’autunno contro la riforma Boschi-Verdini” di Marco Travaglio e Truzzi Silvia edito da PaperFirst, è il modo che i due autori, utilizzano per farci note le innumerevoli menzogne che i riformatori ci propinano da mesi, in attesa dell’autunno 2016 quando gli italiani saranno chiamati a rispondere per l’approvazione della riforma proposta dal governo Renzi.
Travaglio cerca di far chiare le sue opinioni al riguardo in modo schematico, comprensibile e preciso, senza mai perdere d’occhio la Costituzione, con una punta di sarcasmo ci espone tutti i dati e le informazioni pervenutegli a proposito della nuova legge. Questo libretto ha lo scopo di non farci dimenticare l’importanza del nostro voto, di ricordarci di votare in modo consapevole. Con l’aiuto della laureata in giurisprudenza e giornalista de «Il Fatto Quotidiano» Silvia Truzzi, nel testo viene raccolta la controriforma tradotta in italiano, gli angoli bui di chi voterà SI, le proposte alternative perché questa riforma possa davvero funzionare, e i 35 punti per cui dire NO. Qui sotto riportati i primi 7 pubblicati su GQ:

1. I risparmi del nuovo Senato dimagrito e non più retribuito sono irrisori (una quarantina di milioni all’anno, senza contare i rimborsi spese per sindaci e consiglieri regionali provenienti da ogni parte d’Italia). Comunque non giustificano minimamente la riscrittura di 47 articoli su 139 della Carta. Per risparmiare la stessa cifra, sarebbe bastato decurtare del 10% lo stipendio di deputati e senatori…
2. Il nuovo Parlamento sarà formato da membri in gran parte non eletti dai cittadini, ma nominati dalla casta (i 2/3 dei deputati, col meccanismo dei capilista bloccati; e tutti i senatori scelti dai Consigli regionali e dal capo dello Stato).
3. Alla Camera si prevede un abnorme premio di maggioranza al partito più votato. Anche se rappresenta il 25% dei votanti, si accaparra il 54% dei seggi. Premio non di maggioranza, ma di minoranza…
4. Alla Camera ogni capolista bloccato potrà candidarsi in 10 circoscrizioni come specchietto per le allodole, ben sapendo che verrà eletto automaticamente in tutte e 10 senza prendere un voto… Poi sceglierà una circoscrizione per sé e ingannerà gli elettori delle altre 9, dove al suo posto uscirà il candidato più votato della lista. Così sarà lui, col gioco delle rinunce, a decidere chi far eleggere e chi sacrificare, a seconda del livello di fedeltà al capo partito.
5. Il premier avrà uno strapotere incontrastato e incontrastabile: come “capo” del primo partito, sarà di fatto eletto dal popolo (all’insaputa del popolo). E diventerà il padrone assoluto del governo e del Parlamento. Potrà scegliersi il presidente della Repubblica, ma anche i membri della Consulta e del Csm di nomina parlamentare, i componenti delle Autorità “indipendenti”, l’amministratore delegato e il Cda della Rai. E cambiare la Costituzione a suo piacimento ogni volta che vorrà. Un premierato assoluto…
6. Nel nuovo Parlamento, il premier non si ritroverà di fronte alcun contropotere. Nessun controllo “esterno”: il Senato è ridotto a una larva e non può certo controbilanciare la Camera asservita al capo del governo. E nessun controllo “interno”: i diritti delle minoranze parlamentari non sono codificati esplicitamente…
7. La “riforma” regala l’immunità parlamentare a 100 fra sindaci (21), consiglieri regionali (74) e rappresentanti del Quirinale (5) che, non essendo stati eletti per fare i senatori o non essendo proprio stati eletti tout court, non hanno diritto a un simile privilegio… Il che fa prevedere che si candideranno a Palazzo Madama i primi cittadini e i consiglieri con la coscienza sporca oppure già inquisiti che rischiano arresti, intercettazioni e perquisizioni e aspirano allo scudo per mettersi al riparo.

Un Confronto tra vecchia costituzione e quella riformata, potrebbe essere di interesse anche per quelli che decidono di votare positivamente alla riforma. Un ottimo testo insomma per chiarirsi le idee attraverso una documentazione meticolosa.

RASSEGNA PANORAMICA
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Chi è Marco Travaglio

«È un Grande Inquisitore, da far impallidire Vyšinskij, il bieco strumento delle purghe di Stalin. Non uccide nessuno. Col coltello. Usa un'arma molto più raffinata e non perseguibile penalmente: l'archivio. Immaginate il dossier che un simile segugio può aver compilato su Berlusconi, che a pranzo ha completamente dimenticato ciò che ha detto a colazione» (Indro Montanelli, Prefazione a Il pollaio delle libertà. Detti, disdetti e contraddetti, di Marco Travaglio, Vallecchi Editore, 1995) Marco Travaglio è nato a Torino il 13 ottobre 1964 scrittore, giornalista e direttore del Fatto Quotidiano. Consegue la maturità classica al Liceo Salesiano Valsalice di Torino, è la laurea in Lettere Moderne e in Storia contemporanea presso l'Università degli studi di Torino. La sua carriera giornalistica inizia nella sua città natale come freelance in giornali cattolici come ad esempio “Il nostro tempo”, per poi lavorare alla redazione del Il Giornale nel 1987. In seguito assunto come redattore di cronaca giudiziaria per la Repubblica, dimostra in breve tempo la sua abilità e arguzia con inchieste scottanti nella trasmissione "Satyricon" di Daniele Luttazzi nel 2001. La fondazione del Fatto quotidiano, è il suo progetto per eccellenza; realizzato assieme ad altri colleghi nel 2009, il giornale si presenta libero da influenze di nessun genere e privo di qualsiasi finanziamento pubblico. Dal 2014 ne è diventato il direttore. Noto per essere uno dei migliori nel campo della cronaca giudiziaria, delle questioni legate all’antimafia, e nei fenomeni di corruzione, viene visto come una bomba a orologeria. Personalità molto discussa dal punto di vista politico, si è sempre definito un liberale. Più di una volta i suoi articoli hanno suscitato ire di politici, senza distinzioni tra schieramenti. Autore di numerosi libri, molti dei quali pubblicati sotto forma di libri-inchiesta: uno dei più noti, “ L’odore dei soldi- Origini e misteri delle fortune di Silvio Berlusconi” scritto con Elio Veltri e pubblicato nel 2001.

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