Il passeggero del Polarlys – Gerorges Simenon

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Recensione di “Il passeggero del Polarlys”:

“L’oblò della cabina emanava una luce tetra. Il capitano vi incollò per un istante la faccia, intuì che prima di notte la nebbia sarebbe stata di nuovo fitta come il giorno precedente, tese l’orecchio al ronzio delle macchine e si sedette alla scrivania.”

“Il passeggero del Polarlys” di Gerorges Simenon è l’ultima opera, che Adelphi ha deciso di tradurre e pubblicare per tutti noi appassionati del grande scrittore. In uscita a luglio 2016, il libro appartiene al periodo di esordio dell’autore: il 1930, momento particolare della sua carriera, nel quale ci propone una nuova storia, un ambientazione particolare, dove un gruppo personaggi viene messo sotto osservazione, all’interno di una nave in partenza dal porto di Amburgo diretta verso la Norvegia.
Il capitano Petersen sente da subito che questo viaggio non sarà uguale agli altri. E non si sbaglia. La nave parte, nella notte buia e nel mare gelido, la mente del capitano si affolla di pensieri. A parte gli ufficiali che conosce da anni e il sicuro scambio tra l’abituale carico di macchinari, frutta e verdura, con uno di merluzzo, olio di foca e pelli orso che avverrà arrivati, niente gli sembra come dovrebbe essere. Quell’ olandese diciannovenne, mandatogli dalla scuola navale, assieme al vagabondo, recuperato per sostituire un macchinista e alla bella Katia Storm, rendono il capitano irrequieto. Per non parlare della scomparsa di uno dei cinque passeggeri, avvenuta dopo essersi registrato. Non si riesce a trovare l’uomo, sembra svanito nel nulla, neppure dopo che la nave è stata perquisita, se ne è trovata traccia. Un giornale francese, di due giorni prima della partenza, capita tra le mani del capitano. Riporta un articolo dal titolo: “Delitto a Montparnasse: Un altro caso di droga”. Una ragazza, giovanissima, era morta, nel corso di un’orgia, per avere ” ingerito alcol e stupefacenti in forti dosi”. L’assassino aveva avuto tutto il tempo per fuggire da Parigi. Ed ecco che capisce che il suo ruolo sarà un altro. Si ritroverà investigatore in questo giallo, travestito da noir, eccentrico come il suo sorprendente finale.

Simenon, ricostruisce un ambiente da lui realmente vissuto: una nave su cui viaggio con la moglie nel 1929. Confermando la sua inestimabile bravura nel ricreare atmosfere ed evocare sensazioni, porta il lettore a viaggiare attraverso il libro. Con una forte psicologizzazione dei personaggi e ad una particolare e minuziosa attenzione per i dialoghi, va diretto al dunque senza indugiare in giri di parole o abbellimenti eccessivi, rendendo il libro, incisivo e indimenticabile.

RASSEGNA PANORAMICA
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Chi è Georges Simenon

Georges Joseph Chritian Simenon, Georges Joseph Chritian Simenon nasce a Liegi il 13 febbraio 1903, figlio di un contabile, Désiré e di una casalinga di estrazione borghese, Brüll. Simenon da bambino è di salute cagionevole, il che crea momenti di forte disaccordo tra i clan, Simenon e Brüll, ricordati in seguito in molte delle interviste rilasciate e in diversi suoi romanzi. Frequenta brillantemente diverse scuole rette dai Fratelli delle scuole Cristiane. Fin da giovane, la sua passione è rivolta alla letteratura, in modo particolare alle letture di autori come Dumas, Charles Dickens, Balzac, Conrad. Nel 1919, inizia la sua carriera di scrittore, come cronista per la Gazette de Liège, dove rimane per oltre tre anni, collaborando al contempo con altre riviste. Appena maggiorenne pubblica il suo primo romanzo. A diciannove anni si reca a Parigi deciso a far decollare la sua carriera di scrittore Il primo romanzo ad apparire firmato dall’ autore fu “Pietr-le Letton”, in cui introdusse, Jules Maigret, ispettore della polizia francese, alla narrativa. Il protagonista a differenza dagli altri ispettori risolve i molti omicidi grazie al suo intuito psicologico, e una ricercata analisi emotiva dei moventi che hanno potuto spingere l’assassino a compiere il fatto. Simenon si concentra sull'umanità dell’individuo, colpito dal dolore, radice della condizione umana. Digitando 80 pagine circa ogni giorno ha scritto tra il 1923 e il 1933 più di 200 libri, pubblicati in più di 40 paesi e tradotti in oltre cinquanta lingue. Tra gli scrittori più produttivi del xx secolo Georges Simenon è il sedicesimo autore più tradotto di sempre e il terzo di lingua francese dopo Jules Verne e Alexandre Dumas. Da molte delle sue opere sono stati tratti film o realizzate riproduzioni per la televisione. Oltra ai romanzi scrisse tre opere autobiografiche. Gerorges Simenon scrive, attraverso un vocabolario scarno e privo di finezze letterarie, in modo concreto e coinvolgente. Le sue opere sono il frutto di una visione dell’umanità priva di qualsiasi maschera. L’autore è rintracciabile nelle sue opere di finzione e nei suoi romanzi autobiografici. La sua vita è stata movimentata per tutto il suo corso. Si sposò due volte ed ebbe frequenti relazioni. Cambio trentatré volte luogo in cui vivere tra Belgio, Francia, Canada, Stati Uniti e Svizzera. Simenon muore a (6 anni a Losanna nel 19 Georges Simenon muore nel 1989, all’ età di 86 anni a Losanna, per una recidiva di tumore al cervello, malattia che aveva superato con successo qualche tempo prima.

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